2020, anno del Covid: io ti ringrazio!

No, non è una provocazione. Io davvero voglio ringraziare questo anno. Forse ho avuto la fortuna di aver toccato il Covid, i suoi effetti clinici e sociali solo di struscio. Ho 24 anni, non mi sono ammalato né io né nessuno dei miei familiari più stretti e non ho perso il lavoro come è successo a molte altre persone.
Non solo è legittimo, ma è anche giusto che se qualcuno che ha sofferto più di me per questa situazione si incazzi. Però l’intento di questo articolo è quello di raccontarvi la mia esperienza personale, di come questo anno è nato, partendo dalla fine del 2019, a come si è concluso, sperando di poter far notare anche ad una sola persona che qualcosa di positivo c’è stato.
Naturalmente il 2020 ha segnato tutti e qualche lezione ce la ha impartita, se ne abbiamo appreso qualcosa siamo diventati inevitabilmente delle persone un po’ migliori, o almeno meno peggiori.
Il punto è, siamo stati dei bravi studenti? O verremo rimandati all’anno prossimo?
Io se sono stato un bravo studente non lo so, so solo che ho fatto del mio meglio. Sperando sia abbastanza vi dico quello che ho appreso da quest’anno così funesto.
Incubo Covid, il primo lockdown.
Facciamo prima un passo indietro, vi racconto brevemente come si è concluso il mio 2019 e di come è iniziato il 2020. Mi sono lasciato con la mia ragazza dopo quasi 5 anni di fidanzamento, le ho fatto una sorpresa e per chiarire sono andato fino a Belgrado. Lei ha inizialmente chiamato la polizia (giuro che non me lo meritavo) e quella notte l’ho dormita in un’ostello con degli spacciatori bulgari.
Pochi giorni dopo ho ricevuto una sassata in pieno viso di cui ancora porto i segni (giuro che non meritavo neanche questa).
Poche settimane dopo ho fatto un’incidente stradale e ho distrutto la macchina che avevo comprato solo un’anno prima (questo però me lo sono un po’ cercato).

In queste condizioni trovarsi chiuso dentro casa non è stato proprio uno spasso, alcune ferite erano ancora troppo fresche e avevo bisogno di distrarmi. Le prime settimane sono state davvero dure, ma poi ho iniziato a pensare in maniera leggermente diversa e ho maturato in me un pensiero che seppur abbastanza fisso è in continua evoluzione.
Quello che ho iniziato a maturare dentro di me è: ho imparato tanto e qualcosa di positivo c’è stato in questo anno.
Vediamo quelli che penso siano stati i lati positivi del 2020.
Ho avuto molto tempo per formarmi
Oggettivamente posso dire di non avere mai investito così tanto tempo nella mia formazione prima d’ora. Sicuramente neanche quando andavo a scuola.
Ho letto molti libri, alcuni dei quali sono tra i miei preferiti, ho iniziato a conoscere un po’ più a fondo il mondo della musica e ho speso molte serate a guardare documentari di ogni genere (sempre con un birra vicino però eh).
Se non fosse stato per questa pandemia sicuramente avrei investito il mio tempo in maniera diversa e meno produttiva.

Apprezzo i luoghi intorno a me
Spesso non apprezziamo a sufficienza quello che è nelle nostre disponibilità. Penso sia un’errore comune e umano. Lo stare chiuso mesi dentro casa mi ha permesso di aspettare con ansia una visita ad un borgo che prima neanche avrei calcolato, una semplice passeggiata in un bosco o anche in un qualsiasi altro posto che apparentemente non ha niente di interessante.
Abbiamo tanta bellezza attorno a noi, non dimentichiamocene solo perché con la testa viaggiamo lontano.

Apprezzo le persone intorno a me
Si sa, l’uomo è un’animale socievole e questa caratteristica inizialmente mi ha fatto stare male specialmente durante il primo lockdown. Andiamo, quanto è difficile stare senza vedere gli amici per dei mesi a 24 anni?
Però poi mi sono reso conto che comunque sia attorno a me avevo molte persone, ma di cui non ne apprezzavo a sufficienza la compagnia.
Nonostante le divergenze o le incompatibilità chiunque, che sia un nostro familiare o un semplice collega, ha un punto di contatto con noi. Tutto sta a valorizzarle cercando di far passare in secondo piano i contrasti.
Se non fosse stato per questa pandemia avrei continuato a trattare come degli sconosciuti delle persone fantastiche.

Apprezzo le attività che svolgo
Spesso mi è capitato di alzarmi la mattina e pensare: ” E tutto oggi che cazzo faccio? “
Proprio dopo aver pensato questo ho iniziato a fare di buon’umore cose che prima avrei fatto solo se obbligato. Tagliare l’erba del giardino è diventato interessante e addirittura andare a lavoro mi concedeva attimi di libertà e di socialità.
Ci sono sempre molte cose da fare, non c’è tempo di annoiarsi!

Apprezzo la libertà
Dubito che qualcuno di noi avrebbe mai pensato di ritrovarsi in questa situazione e sono sicuro che abbiamo sempre quasi tutti dato la nostra libertà per scontata, qualcosa di garantito e intoccabile. Beh, ora abbiamo scoperto che non è così.
Sono sicuro che difficilmente d’ora in poi rimanderemo a data da destinarsi e con qualche scusa banale un viaggio o qualsiasi altra cosa. Dovremmo aver capito che se abbiamo la possibilità di fare qualcosa lo dobbiamo fare immediatamente.
Perché ora posso, domani chissà.

Tiriamo le somme
Penso che una parola abbastanza ricorrente sia “apprezzare”. Questo 2020 e questo maledetto Covid spero ci abbiano insegnato ad apprezzare tutto ciò che abbiamo attorno, la compagnia di una persona che non ci è molto simpatica, un fiore o un’intero bosco.
Spesso, soprattutto noi giovani che abbiamo sempre avuto tutto, ci dimentichiamo di vedere la bellezza nelle piccole cose perché vogliamo sempre di più.
Spero che l’aver attraversato il buio ci faccia apprezzare di più la luce che era e che tornerà nella nostra vita.
Non sprechiamo il nostro tempo che è limitato. Se vogliamo partire per un viaggio dobbiamo farlo immediatamente! Certo troveremo mille ragioni e mille scuse per non farlo, ma ora che sappiamo cosa vuol dire essere impossibilitati a farlo non possiamo più sprecare altro tempo!